IGENISTA
Mi chiamo Monica Belli e vivo a Roma da 9 anni. Ho studiato Igiene dentale all’Università La Sapienza e lì mi sono laureata nel 2010, con una tesi sperimentale sull’utilizzo del laser nella cura dell’ipersensibilità dentinale, valutata con la lode.
Ho partecipato a vari corsi inerenti la Parodontologia, il profilo professionale dell’Igienista, la Comunicazione con i pazienti e sono associata alla SIdP e a Idea, la prima è l’Associazione Italiana di Parodontologia, la seconda Igienisti Dentali Associati.
Credo molto nel valore della prevenzione e dell’aggiornamento continuo, credo in questa professione e nell’evoluzione indispensabile che farà, per poter essere presente nel futuro del mondo odontoiatrico, e credo molto nell’interazione del team, al servizio dell’incremento della salute orale.
Come spazzolare i denti
Quando parliamo di spazzolamento dei denti, parliamo di un’azione di prevenzione molto importante che possiamo mettere in atto per ridurre concretamente i rischi di malattie del cavo orale. E’ bene ricordare che nella bocca esistono centinaia di specie batteriche, organizzate in biofilm – agglomerati microbici ‘legati’ da una matrice complessa: il biofilm è più resistente e protettivo verso i microrganismi ed è maggiormente organizzato, rispetto ai batteri liberi – e che le principali patologie dei tessuti duri e molli, carie e parodontopatie, sono causate da batteri. Ridurre il numero di questi microrganismi è quindi essenziale per ridurre i rischi di malattie di denti e tessuti che li circondano.
Come spazzolare? Varie tecniche di spazzolamento sono state proposte nel corso dei decenni, e attualmente quella più efficace dal punto di vista dei risultati ottenuti è la tecnica a rullo: si posiziona lo spazzolino al colletto e si portano le setole dello spazzolino dalla gengiva al dente [v. immagine]
Immagine presa da http://http://www.studiodellaciana.it/pag.php?id_cont=42
Perché la pulizia sia efficace è necessario spazzolare più volte la stessa zona: un passaggio troppo rapido può rinfrescare la bocca, ma la pulizia può essere illusoria, questo per svariati motivi. Prima di tutto, la placca batterica, ‘morbida’ nella sua apparenza, in realtà lotta per la propria esistenza, quindi due o tre rapide spazzolate non sono sufficienti. Inoltre, questa tecnica di spazzolamento non è aggressiva, quindi alle forti strofinate in orizzontale, mai consigliate, conviene sostituire un movimento più dolce ma più costante e ripetuto: la cosa migliore sarebbe dedicare alla pulizia dei denti un tempo non inferiore ai tre, quattro minuti.
Trovo che, alla base della corretta tecnica di spazzolamento, ci siano due punti fondamentali: un’efficace azione meccanica, cioè spazzolare le superfici dei denti e usare filo interdentale e scovolini negli spazi tra dente e dente, così da asportare la placca batterica; non ricorrere ad un’azione troppo aggressiva che può danneggiare i tessuti molli, le gengive, a stretto contatto coi denti medesimi.
Quindi: sì allo spazzolamento, con meno forza e maggiore durata dello stesso e più attenzione, mediante la corretta tecnica, all’architettura gengivale.
Immagine presa da http://g7smile.com/come-lavare-i-denti/
Da notare, nell’immagine 5, lo spazzolamento delle superfici di masticazione, che può essere ripetuto continuativamente, in quanto stiamo pulendo una superficie dura e senza presenza di gengiva.